Onorevoli Colleghi! - Erano almeno tre i flussi di pellegrini lauretani che, tra medio-evo ed età moderna, attraversavano l'Umbria: il più importante, quello da Roma e per Roma utilizzava fino a Foligno la Via Flaminia; altri flussi attraversavano la regione per ricongiungersi al flusso principale a Camerino o a Castelraimondo.
      Dal tardo antico fino agli inizi del secolo XV i traffici e i rapporti commerciali tra la valle Umbra e l'Adriatico erano rimasti legati alla Via Flaminia, strada di collegamento fra Roma e Fano, da cui si raggiungeva Ravenna. Il pellegrinaggio lauretano usufruì però solo in parte della Via Flaminia poichè verso la fine del '300 i pellegrini dell'Italia centro-meridionale diretti alla Porziuncola per il perdono avevano ricoperto la Via Plestina, oggi strada statale n. 77, posta al centro dei collegamenti trasmontani che mettono in comunicazione i versanti adriatico e tirrenico dell'Appennino centrale. Questa era una strada assai frequentata fino al basso impero, vicino alla città di Plestia posta al centro dell'altopiano di Colfiorito. Atteso il notevole flusso di pellegrini diretti alla Porziuncola, agli inizi del secolo XV l'antico tracciato della Via Plestina subì una serie di ammodernamenti per evitare alcuni tratti scoscesi dovuti all'interruzione dell'antica via che da Belfiore, costeggiando il Monte di Pale, saliva a Casenove e quindi si inerpicava per la salita del Cifo, giungendo all'altopiano di Colfiorito. Questa strada fu largamente utilizzata di lì a qualche anno anche dal pellegrinaggio lauretano che attraversava l'Umbria.
      Il flusso di pellegrini più importante era quello che proveniva da Roma, seguiva la Via Flaminia, toccava Terni (nella chiesa agostiniana di S. Pietro si ha una

 

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delle prime rappresentazioni del simulacro venerato in Loreto) e giungeva a Spoleto.
      Qui si incontrava una prima deviazione: una piccola parte dei pellegrini seguiva la via della Spina che tramite Verchiano conduce a Colfiorito. In località Piè di Cammoro, a testimonianza dei pellegrinaggi, rimane un albergo del secolo XVI con incorporata una cappella lauretana dipinta nel 1515 da Paolo Bontulli da Percanestro e una serie di graffiti lasciati da pellegrini del secolo XVI.
      Il flusso maggiore giungeva a Foligno, che all'epoca svolgeva il ruolo di nodo delle vie del pellegrinaggio. Non a caso in questa città c'è traccia del più antico transfert di sacralità lauretana, una cappella eretta nel 1404 in onore e sotto il titolo della Madonna di Loreto. Da Foligno partiva una strada che già nel secolo XVI ebbe l'appellativo di via lauretana: oltrepassata la porta di nord-est, monumentalizzata nel 1426, si giungeva al Miglio di S. Paolo - posto, come recita il toponimo, a un miglio da Foligno - si toccavano Colle S. Lorenza, Ponte S. Lucia, Sostino, Piani di Ricciano e Colfiorito.
      Lungo questo tratto furono istituiti alcuni punti di appoggio per i pellegrini: a Ponte S. Lucia, una locanda e un raduno fieristico franco istituto da Corrado Trinci nel 1429 (durava tre giorni dal sabato al lunedì dell'ultima settimana di agosto ed era in funzione del pellegrinaggio lauretano in quanto la festa, all'epoca, si celebrava l'8 settembre); a Sostino un ospizio per pellegrini eretto dopo il 1407 e alcune locande che i Trinci e poi i Papi esentarono dal pagamento della gabella per le carni; al termine della salita, che conduce ai piani di Ricciano, nel 1425 fu eretta una chiesa con loggiato intitolata a S. Maria di Loreto (oggi S. Matteo). Da Colfiorito la strada si dirigeva a Serravalle del Chienti e a Camerino.
      L'altro flusso di pellegrini che usufruiva delle strade della transumanza lungo la dorsale appenninica abruzzese-marchigiana, giungeva a Norcia, tramite la Valnerina, toccava Visso, quindi Muccia per giungere a Camerino dove si univa al flusso principale proveniente da Foligno.
      Un terzo flusso di pellegrini, quelli provenienti dall'Umbria del nord, dopo aver attraversato Nocera si dirigeva a Pioraco, attraversava Fiuminata (all'eremo di Valcora si trova una delle più antiche rappresentazioni lauretane: una Madonna con Bambino entro tabernacolo sorretto da angeli, affresco attribuito a Diotallevi di Angeluccio di Esanatoglia), da dove scendeva a Castelraimondo per congiungersi con il flusso di pellegrini provenienti da Camerino; insieme percorrevano la Via della Regina che da Sanseverino Marche conduce a Macerata-Recanati-Loreto.
      La presente proposta di legge ha l'obiettivo di ottenere risorse nazionali per interventi mirati al restauro ed alla valorizzazione del tracciato e dei beni culturali e ambientali che affiancano tutto il percorso della Via Lauretana, nella consapevolezza che il patrimonio storico-religioso di cui è ricca l'Italia centrale non può essere ignorato.
      L'azione di recupero potrà essere ottenuta con il preordinamento di piani regionali di restauro e di risanamento conservativo dei principali monumenti medioevali esistenti lungo il tracciato. Sarà necessario realizzare interventi capaci di assicurare la manutenzione, l'integrità e la possibilità di fruizione pubblica dei beni di interesse storico, artistico ed ambientale esistenti sul territorio interessato dall'antico itinerario di proprietà di enti pubblici, enti ecclesiastici, enti morali o privati cittadini.
      In quest'ambito, si prevede l'istituzione di un fondo speciale destinato a finanziare piani di intervento finalizzati al recupero ed al rilancio della Via Lauretana.
 

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